Il tasso d’interesse è un elemento fondamentale del mutuo in quanto, oltre ad essere fondamentale per la determinazione dell’importo della rata che dovrà essere corrisposto, è il parametro che in genere viene utilizzato per definire la categoria di appartenenza di un mutuo. In genere si distingue infatti tra:

Prima di analizzarli caso per caso, vediamo però di capire cos’è il tasso di interesse e quale è la sua funzione.

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Il tasso d’interesse del mutuo

tasso di interesse del mutuoIn un contratto di mutuo una delle due parti, la mutuante (che in genere è un istituto bancario) eroga all’altra (il mutuatario) una somma. Ovviamente per questa prestazione viene richiesto un compenso, ed infatti la somma che verrà restituita sarà superiore a quella erogata. La misura di quanto sarà il maggior valore corrisposto è data in proprio dal tasso d’interesse, anche se ad essere precisi il tasso applicato non serve solo a remunerare l’istituto bancario per la sua prestazione: come noto il valore del denaro può diminuire nel tempo e la misura di questo fenomeno è data dall’inflazione. Ecco quindi che il tasso di interesse ha anche una componente che serve a compensare il minor valore che la stessa quantità di denaro, prestata nell’anno di erogazione del mutuo, assumerà negli anni successivi, quando verrà  rimborsata.

Diverse tipologie di tasso che possono caratterizzare un mutuo

MUTUI A TASSO FISSO

Il tasso d’interesse è costante per tutta la durata ed assume un valore determinato nella fase di avvio del mutuo. Di conseguenza sarà costante anche la rata, consentendo al mutuatario di avere la certezza di sapere quale sarà l’importo esatto da corrispondere per tutta la durata del mutuo. Per contro, la banca applicherà un valore in genere più alto rispetto ad un tasso variabile (almeno in partenza). Possiamo dire che, in un certo senso, la tranquillità è la certezza della rata hanno un costo.

MUTUI A TASSO VARIABILE

Il tasso in questo caso è legato ad un indice finanziario (in genere l’Euribor) e può variare nel tempo. Il valore che assume il tasso sarà dato dall’indice di riferimento maggiorato di una quota fissa, lo spread. In genere se l’inflazione aumenta anche il tasso variabile tenderà a salire, mentre scenderà nel caso in cui dovesse diminuire l’inflazione. Questo espone il mutuatario al rischio di veder salire la rata (ma può dare anche l’opportunità di farla scendere…)

MUTUI A TASSO VARIABILE COL CAP

Sono simili ai mutui con tasso variabile, solo che in questo caso viene definito un valore massimo oltre il quale il tasso di interesse non può salire. Questo consente di ridurre i rischi legati a forti aumenti dell’inflazione, ma in genere comporta anche un aumento dello spread applicato dall’istituto bancario (e quindi un tasso d’interesse di partenza più alto). Torna quindi il principio di prima, ovvero che la tranquillità ha un costo…

MUTUI A TASSO MISTO

Sono mutui che consentono di cambiare tra tasso d’interesse fisso e variabile nell’arco di vita del mutuo stesso. Attenzione però che i momenti e le modalità con cui è reso possibile questo cambio sono predefiniti e riportati nel contratto.

MUTUI CON TASSO VARIABILE E RATA COSTANTE

Come è possibile allora avere sia il tasso variabile che la rata costante? La risposta è: rendendo variabile la durata del mutuo. In queste forme di mutuo, meno utilizzate, la rata viene mantenuta costante e, se il tasso di interesse sale (o scende), sarà la durata ad aumentare (o diminuire). Attenzione però che, anche se a prima vista questo tipo di mutuo sembra garantire una maggiore tranquillità data dalla sicurezza di una rata costante, può in realtà nascondere delle insidie nel caso in cui i tassi salgano in misura significativa: il mutuatario potrebbe trovarsi a corrispondere una rata fatta praticamente di soli interessi, rendendo sempre più remota l’estinzione del debito.

IL CONSIGLIO DI THINK2MONEY

In sintesi quindi, le diverse tipologie di mutuo presentano vantaggi e svantaggi e quindi la scelta deve essere fatta con oculatezza e tenendo conto sia delle proprie inclinazioni che della situazione (e delle tendenze) di mercato.

È importante però sottolineare che le forme “classiche” (tasso fisso o variabile) hanno il pregio di essere in fondo più trasparenti mentre le altre, che in apparenza sembrano cogliere le esigenze (e quindi le aspettative) del cliente della banca, possono nascondere delle insidie e necessitano di una valutazione estremamente accurata dei meccanismi che le governano. Se si vuole prendere in considerazione strumenti sofisticati bisogna quindi essere consapevoli della necessità di doverne approfondire l’analisi.

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