Hai mai sentito parlare delle clausole Cap, Floor e Collar per i mutui? Quando si sottoscrive un contratto con la banca è buona norma leggere e comprendere il significato di tutte la clausole che si possono trovare nel testo da firmare. In particolare se stiamo sottoscrivendo un contratto di mutuo questo accorgimento non va trascurato, anche se, come vedremo, la normativa impone un certo grado di trasparenza su alcune clausole che possono essere peggiorative per il consumatore.
Quando parliamo di mutui a tasso variabile o misto possiamo imbatterci in alcuni concetti che è bene avere chiari: parliamo della clausole cap, floor e collar
Le clausole cap, floor e collar
Innanzitutto questo tipo di clausole possono essere presenti nel caso in cui l’interesse applicato per il nostro mutuo possa variare nel tempo – parliamo quindi di mutui a tasso variabile o misto.
Se prendiamo il caso più semplice, un mutuo a tasso variabile, come sappiamo in genere avremo un interesse dato dalla somma di due componenti: una variabile (in genere l’indice di riferimento è l’Euribor) ed una fissa, lo spread applicato dalla banca. Il tasso applicato, e di conseguenza l’importo della rata, possono quindi variare nel tempo.
Il significato della clausole cap. floor e collar
- la clausola cap prevede che il tasso applicato non possa mai essere superiore ad un valore predefinito, la soglia
- la clausola floor invece impone un limite inferiore al tasso di interesse
- quando sono presenti entrambi le soglie, sia come valore minimo che massimo del tasso d’interesse, siamo di fronte ad una clausola collar
In prima battuta la conclusione potrebbe essere semplicemente che la clausola cap è a vantaggio del consumatore, la clausola floor della banca: un limite superiore al tasso di interesse è infatti una cautela per il cliente che potrebbe limitare i danni in caso di aumento significativo dei tassi, viceversa un limite inferiore non consente al consumatore di godere a pieno dei vantaggi di un netto decremento dei tassi stessi.
Ma è opportuno approfondire l’argomento e fare anche delle altre considerazioni
La clausola cap – un vantaggio per il consumatore?
Come dicevamo il “cap” è una clausola che prevede una limite superiore al valore dell’interesse applicato. Ipotizziamo di avere un mutuo con tasso variabile dato dallo somma di uno spread pari all’1% + Euribor 3 mesi e che inizialmente il valore di quest’ultimo sia pari allo 0,5%. Avremo quindi, in fase iniziale, un tasso di interesse pari a:
0,5% (Euribor 3 mesi) + 1,0% (spread) =1,5%
Ipotizziamo anche di avere una clausola che prevede un cap al 3,0%: in caso di aumento dell’Euribor 3 mesi aumenterà anche l’interesse applicato dalla banca, fino al valore del 3% (corrispondente ad un valore dell’Euribor 3 mesi di 2,0%). Se l’Euribor 3 mesi continuasse a salire, il tasso applicato dalla banca resterebbe in ogni caso ancorato al valore soglia del 3%.
Questo meccanismo però in genere si paga. Infatti il “variabile col cap” è diventato nel tempo una tipologia di mutuo venduta dalle banche come soluzione per chi vuole coniugare i vantaggi del mutuo a tasso variabile con la sicurezza del “cap”. Ma attenzione: in genere lo spread applicato dalla banca è più alto di quello di un mutuo a tasso variabile senza cap: la sicurezza ha un costo….
Leggi anche: I mutui a tasso variabile con cap
La clausola floor
Se il cap è “sbandierato” dalla banca, che, come abbiamo visto, vuole proporre una particolare tipologia di mutuo alla propria clientela a fronte in genere di uno spread più elevato, la clausola floor potrebbe essere invece meno evidente e quindi sottovalutata dal consumatore.
Del resto i più cauti si preoccupano di avere delle soluzioni in caso di aumento dei tassi, ma a volte si dimenticano che il vantaggio di un mutuo a tasso variabile è anche quello di poter godere di eventuali ribassi dei tassi di interesse (e dell’Euribor in particolare).
La clausola floor ha un meccanismo simile al cap ma, come abbiamo visto, pone un limite al ribasso del tasso di interesse. Una situazione interessante è quella che si è verificata nel 2015, quando l’Euribor è sceso per la prima volta in territorio negativo, e molti si sono chiesti: cosa succederà al mio mutuo? Il tasso di interesse applicato dalla banca godrà di questo beneficio, e sarà quindi addirittura inferiore allo spread?
La risposta in questi casi non è univoca: In assenza di una clausola floor il tasso di interesse può scendere sotto il livello dello spread applicato dalla banca, sfruttando in pieno il valore dell’Euribor divenuto negativo. In altri casi invece un’apposita clausola messa dalla banca pone un freno alla discesa dell’interesse applicato. Ad esempio una tipica formula che possiamo trovare nei contratti è quella che esplicitamente informa il cliente che il tasso applicato non potrà mai essere inferiore allo spread.
La clausola floor è sempre valida?
Molti si sono chiesti in passato se una clausola di questo tipo fosse lecita, in quanto chiaramente favorevole alle banche. Ad oggi possiamo dire che questo tipo di clausola è legittima nel caso in cui sia espressa in modo chiaro e trasparente sia nelle informazioni della fase precontrattuale che nel contratto di mutuo, e deve essere ovviamente sottoscritta dal cliente, pena la nullità della clausola stessa