Cos’è lo SWAP, e come può essere inserito nel nostro portafoglio di strumenti finanziari?
Nel corso dei decenni gli operatori di Borsa ed il mercato finanziario hanno subito una continua evoluzione. Cambiamenti dovuti dalle congiunture sociali, economiche e politiche che si trovavano ad affrontare in quel determinato e specifico momento. Ma anche la necessità di tenere il passo di una evoluzione tecnologica che ha trasformato in maniera netta e decisa lo stesso mercato delle operazioni finanziarie. In questo processo inarrestabile si sono evolute nuove specie di transazioni economiche che, seppur con un deciso retaggio di operazioni che si possono definire storiche, hanno dato agli operatori di Borsa ed anche ai piccoli risparmiatori tante nuove opportunità di investimento. In questo nostro articolo vogliamo focalizzare la nostra attenzione sullo SWAP: un contratto finanziario che può dare buone opportunità di investimento per chi ne conosce pro e contro.
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Cos’è lo SWAP: definizione
Partiamo dalla definizione del termine SWAP e cosa sta ad indicare. In sostanza è un contratto in cui due soggetti si impegnano a scambiarsi in futuro dei pagamenti. Nello specifico nel contratto SWAP vengono specificati i termini temporali in cui i pagamenti vengono fatti ed anche il calcolo che bisogna applicare per la determinazione delle somme in oggetto. I contratti SWAP rientrano tra la tipologia di prodotti finanziari derivati, cioè contratti che si fondano su altri tipi di strumenti finanziari. La parola SWAP deriva dal verbo inglese “to Swap”, vale a dire scambiare qualcosa con qualcuno. In base alle caratteristiche del contratto SWAP ci sono varie classificazioni che servono ad identificare i contratti stessi.
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Il contratto SWAP si identifica quindi come un contratto derivato di tipo simmetrico. Nello specifico, due soggetti si impegnano ad uno scambio di somme di denaro attraverso il calcolo su un medesimo capitale di due diversi parametri riconducibili a due diverse variabili di mercato. Il capitale, chiamato anche capitale nozionale, è oggetto di scambio solo in particolari e determinate tipologie di contratto SWAP. Gli SWAP non sono scambiati nel mercato regolamentare ma non sono nient’altro che accordi bilaterali tra le parti in causa (il cosiddetto mercato OTC, Over The Counter).
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Cos’è lo SWAP: tipologie
Andiamo a fare un rapido excursus delle più utilizzate forme di SWAP a cui gli investitori possono accedere, ricapitolandone le caratteristiche principali.
IRS
Il primo contratto SWAP su cui intendiamo focalizzare la nostra attenzione è l’IRS, acronimo di Interest Rate Swap (swap sui tassi di interesse). In questo tipo di contratto SWAP, il più comune tra gli investitori, due soggetti si impegnano a versare in determinate date future flussi di denaro calcolando interessi su una determinata somma, che nessuno dei due materialmente versa, ma che serve come calcolo per determinare i flussi. Facciamo un esempio pratico: il soggetto A si impegna verso il soggetto B a versare una somma di denaro calcolando un tasso fisso su una determinata somma mentre il soggetto B si impegna a versare al soggetto A una determinata somma calcolata sul medesimo capitale ma ad un tasso di interesse variabile (in genere un tasso Euribor). A questo punto se il calcolo del tasso fisso supererà il tasso variabile in soggetto B verserà la differenza sullo SWAP e viceversa.
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Valute
Il secondo contratto SWAP è soprannominato Currency Swap, cioè SWAP di valute. Esso è molto simile all’IRS, ma introduce nel calcolo anche la variabile della valuta. Infatti i due soggetti A e B decidono di scambiarsi dei flussi di denaro con due valute di tipo diverso e possono decidere anche di scambiarsi materialmente le somme su cui vengono applicati i tassi (ad esempio alla stipula o alla scadenza), oppure decidere di effettuare il calcolo entrambi su tassi fissi giocando sull’oscillazione della valuta.
Commodity
Il terzo contratto SWAP è chiamato Commodity Swap. A differenza dell’IRS non viene presa in esame una somma di denaro ma una determinata quantità di materia prima che viene usata come capitale nozionale per il calcolo dei tassi. Pertanto farà prendere la bilancia a favore dell’uno o dell’altro in base all’oscillazione del prezzo della materia prima nel giorno della scadenza.
In conclusione possiamo trovare due principali motivi per cui dei soggetti economici vanno a stipulare questo tipo di contratti. C’è sicuramente la sicurezza della copertura del rischio laddove si optasse per SWAP che non presentano grandi oscillazioni di differenziale. Ma esiste anche l’opportunità di ottenere una fonte di speculazione se invece la scelta ricadesse per due tassi di interesse variabile. Va sottolineato che quest’ultima scelta è riservata agli investitori che valutassero rialzi sostenuti su determinati mercati.
Speriamo che questo nostro articola possa esservi stato d’aiuto per capire cos’è lo SWAP e come funziona
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